E’ la sensazione che spopola tra gli interisti del web.
Un sentimento giustificato per il semplice fatto che si è tornati a vedere una SQUADRA e non più un’accozzaglia di undici nomi raccattati qua e là intorno allo stadio prima del match.
E’ giustificata perché si vede finalmente una fase difensiva collettiva, tutti corrono per tutti, ci si muove all’unisono, si vedono meccanismi, provati e riprovati in allenamento, nel tentativo di assimilarli sempre meglio per farli andare a memoria, si vedono reparti corti, inserimenti offensivi, gioco sulle fasce, insomma, si vede tutto ciò che ha sempre contraddistinto le squadre di Mazzarri.
Proprio sul nostro blog, nell’articolo dedicato alla scheda tecnica di presentazione del nostro nuovo tecnico (clicca qui), avevamo mostrato tutte le qualità che il mister di San Vincenzo portava in dote, tutti i suoi successi, tutte le sue sicurezze acquisite con risultati tangibili sul campo. Quello non mente mai.
Non ha deluso sin qui, anzi, forse ha stupito ancora una volta, anche chi lo conosceva da tanto tempo per averlo seguito passo-passo fin dagli anni in Lega Pro alla Pistoiese.
Se prima in società si era abusato nel definire i nostri passati tecnici come “i veri valori aggiunti”, con Mazzarri è realmente così.
La squadra, allo sbando dopo la scorsa stagione e da recuperare tanto fisicamente quanto psicologicamente pur avendo aggiunto tra i titolari solo uno/due elementi nuovi, è totalmente cambiata. Lo si nota in campo, e lo hanno notato anche i campioni d’Italia fin dai primi minuti di partita.
Questo certifica che il lavoro serio e la destituzione dell’anarchia che imperava ad Appiano Gentile, paga.
Dimostra che, nonostante questa squadra non sia al livello di altre, in Italia può fare decisamente meglio di un nono posto. Che i suoi patrimoni tecnici hanno un valore e non sono inferiori o inadeguati come si poteva erroneamente credere prendendo spunto da 2 annate (almeno) senza una guida tecnica capace in cui la confusione regnava sovrana (a tutti i livelli) e nessun interprete era giudicabile compiutamente (specie nell’ultima disastrosa stagione).
Usciamo da un pareggio quasi beffardo, seppur giusto, con un certo entusiasmo per essercela giocata alla pari, misto a una certa “rassegnazione sorridente” nella consapevolezza che, al momento, più di così non si può fare e da certi interpreti non si può legittimamente chiedere di più. Il tempo e il lavoro certificheranno se e quanto Mazzarri sarà riuscito a firmare l’ennesimo miracolo sportivo della sua carriera.
Gli esordi testimoniano già molto, e mentre il tifoso saluta con calore il ritorno alla normalità, il mister e tutto il suo staff guardano più in là, perché col lavoro nessun obiettivo è precluso, e sarà interessante seguire la crescita della squadra partita dopo partita.
I margini di miglioramento restano evidenti e l’interesse attorno all’Inter cresce di pari passo all’attesa nel vedere come e quanto potrà spostare l’ago della bilancia un potenziale fantastico com’è Mateo Kovacic.
L’Inter riparte dalla certezza rappresentata dal suo tecnico e con la consapevolezza che il suo patrimonio tecnico potrà rivalutarsi ed esplodere, nell’attesa che si passi dall’esaltazione della normalità a quella per l’ennesimo urlo a squarciagola di fronte una maglia nerazzurra e una palla che gonfia la rete.