Piccola riflessione per quel che riguarda la cessione dell’ Inter di Moratti al gruppo Thoir che mi dà l’idea abbia uno stile imprenditoriale a me familiare: LEAN philosophy, Kaizen , TQM e Just in time sono le prime parole che mi vengono in mente; non so se a voi dicono qualcosa ma sono parole che riguardano gestione aziendale per imprese.
L’impressione è che l’assetto aziendale dell’Inter si stia mettendo al passo coi tempi con una filosofia imprenditoriale nuova: non più il padrone “deus ex machina” ma un gruppo che mira al miglioramento continuo e alla collaborazione tra più parti di management differenti. Un po’ quello che succede nelle multinazionali ed a tutti gli effetti l’Inter in quanto tale non sarà più parte di un’ azienda di famiglia ma sarà la costola di una multinazionale.
Quando Moratti acquisì l’Inter 18 anni fa lo fece perché glielo propose il padre Angelo per tornare a vincere nel suo nome, eguagliare i suoi successi e per cancellare il ricordo di un genitore-esempio così pesante. Quando Thoir ha acquisito l’Inter due giorni fa, lo ha fatto con l’intento di rendere funzionale, competitivo e di successo un asset finanziario ed allo stesso tempo ha ritenuto di dover conservare un’anima (senza dover per forza cancellare il passato come fece Moratti con Pellegrini e tutti i giocatori acquistati nell’era precedente alla sua), porgendo la mano a Moratti nella più sinergica delle collaborazioni aziendali. I tempi cambiano e l’Inter si sta mettendo al passo come hanno fatto altre grosse società: Barcellona e Real e Bayern sono polisportive ad azionariato da sempre, negli ultimi anni il Manchester United, Arsenal, Manchester City e PSG sono diventati parti di asset multinazionali ed hanno cambiato filosofia imprenditoriale, per questo posso augurare a Thoir lo stesso successo di chi ha alle spalle un metodo all’avanguardia di gestione aziendale e appena vincerà un trofeo prometto che gli restituirò l’ “ acca” mancante.