Al livello dei campioni: Inter-Juventus 1 a 1

 

Finisce in parità l’attesissimo derby d’Italia settembrino: 1 a 1 a San Siro, con Mazzarri che ottiene la continuità di prestazioni e motivazioni che cercava.

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Una squadra aggressiva, che fa dell’intensità, dell’organizzazione e della fisicità il suo mantra, dimostrando di essere in grado di giocarsela sullo stesso piano con i Campioni d’Italia uscenti.

Il primo tempo viaggia sulle occasioni di Nagatomo, sul quale para Buffon con l’aiuto del palo, e Taider, abile a smarcarsi con doppio passo e a calciare sulle gambe del portiere bianconero, tra le quali si frappone l’inserimento pericoloso di Pogba su suggerimento di Pirlo.

0 a 0 dopo la prima frazione di gioco e squadra nerazzurra che trasmette una dimenticata sensazione di solidità, anche se i meccanismi, soprattutto quelli offensivi, sono ancora da registrare.

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo: Inter battagliera che argina gli attacchi bianconeri con un Campagnaro monumentale, un Juan Jesus irruente ma diligente ed un Ranocchia finalmente protetto e quindi più sicuro del solito.

Al 23′ della ripresa esce un ottimo Taider ed entra l’incubo juventino: Mauro Icardi. Bastano 5 minuti al giovane attaccante argentino per scaraventare in rete il primo pallone toccato dopo un rabbioso contropiede di Alvarez, suggellato con l’assist: è gol, il quarto alla Juventus per Maurito.

Ma purtroppo la reazione dei torinesi non si fa attendere: Asamoah dopo due minuti scende sulla fascia travolgendo uno spento Jonathan e mette sul piede di Vidal il pallone che si tramuterà nell’1 a 1.

Il vantaggio interista ha colpevolmente abbassato la concentrazione degli uomini di Mazzarri, il quale lavorerà senza dubbio molto su questo aspetto. Dopo l’1 a 1 infatti l’Inter non si rende quasi più pericolosa, tranne per qualche discesa di Kovacic, subentrato nel frattempo ad Alvarez al minuto 36, rischiando in un paio di occasioni nel finale.

L’Inter c’è ed è in crescita. Come aveva chiesto Mazzarri si prosegue sulla strada giusta, imbattuti contro una squadra più forte, ma dopo la prova del campo, ormai solo sulla carta.

 

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