Atalanta-Inter 1-1, le pagelle

 

Come archiviare questo terzo pareggio esterno consecutivo, la quarta partita delle ultime 5 disputate senza portare a casa il bottino pieno? In chiave negativa perché siamo l’Inter e l’Inter partite come questa le deve vincere? Oppure in chiave positiva, perché comunque un punto su un campo sempre ostico come quello di Bergamo, tenendo presente le lacune che presenta la nostra rosa, non è in fondo disprezzabile? Forse la seconda. Sì, perché noi cuori nerazzurri, una volta per tutte, dovremmo imparare a guardare in faccia la realtà, e la realtà attuale dice che, per l’appunto, la nostra rosa, oggettivamente, difetta di qualità. La speranza è che, appena si aprirà la finestra di mercato di gennaio, Thohir ci possa  fare qualche regalino, tuttavia improbabile. Perché a gennaio grandi nomi non ce ne sono in giro, e poi perché il nostro nuovo proprietario pare che abbia come primo obbiettivo quello di sistemare i conti della società, di conseguenza, forse è  più probabile che un vero e proprio mercato verrà fatto nel giugno prossimo. Speriamo, in qualche modo, con i mezzi che abbiamo, di riuscire a tornare quanto meno nell’ Europa minore, quella dell’Europa League, perché due stagioni di Inter senza coppe europee sarebbero davvero  troppe.

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Le pagelle:

HANDANOVIC 6.  Dopo pochi minuti si fa male ad un fianco e gioca un tempo in pura sofferenza. Meno male che l’Atalanta non crea grossi pericoli, gol a parte dove peraltro lui è incolpevole. Sostituito nell’ intervallo da Carrizo.

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ROLANDO 6,5. Partita dopo partita l’ex Porto convince sempre di più. Ieri sera praticamente perfetto, sia in chiusura che in impostazione.

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SAMUEL 5,5. Dispiace dover bocciare il nostro mitico “The Wall” al rientro da titolare dopo tanto tempo, e dopo una prestazione che complessivamente non sarebbe stata neanche disprezzabile. Però sul gol bergamasco si fa surclassare da Denis, e lui stesso ha ammesso le sue colpe al termine della partita.

JUAN JESUS 6. La risciacquata di Mazzarri pare aver sortito gli effetti sperati. Gioca una partita concentrata e fa il suo senza errori marchiani e pause di deconcentrazione.

JONATHAN 5,5.  Per un’ora abbondante appare vivace, sempre nel vivo dell’azione offensiva, senza tuttavia trovare mai il guizzo giusto per saltare l’uomo e creare qualcosa d’importante. Poi cala alla distanza e poco prima del fischio finale viene sostituito da Taider.

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GUARIN 5,5. In apertura di gara salva sulla linea un colpo di testa di Canini e questo gli evita una bocciatura più grave. Ma il “Guaro”, anche ieri sera, ci ha fatto vedere la parte peggiore di sé, ed all’ennesima conclusione da distanza siderale terminata in curva un “vaffa” è scappato spontaneo…

CAMBIASSO 6+. Prosegue il buon momento per il “Cuchu”, sicuramente tra i più positivi anche ieri sera. Non che abbia fatto cose memorabili, ma con la sua esperienza e con il suo senso della posizione ha saputo tenere, per quanto possibile, il centrocampo coperto, dovendo preoccuparsi della svagatezza di Guarin e della poca propensione alla fase difensiva di Alvarez.

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ALVAREZ 7. Il bel gol, ed altre due occasioni che si è creato da solo, e che hanno fatto gridare al gol. Incredibile la sua metamorfosi dopo le sue prime due deludenti stagioni. Da una sua palla persa è nato il gol del pareggio atalantino, ma mi sento di assolverlo, perché la palla che gli ha recapitato Nagatomo era francamente ad alto coefficiente di difficoltà, pressato com’era in una zona vicina alla nostra area di rigore.

NAGATOMO 5+. La discontinuità. Questo il vero male del giapponese. Male che, a questo punto, pare essere incurabile, visto che nei suoi quasi tre anni solari nerazzurri ne è sempre stato afflitto. Non ricordo, infatti, da quando arrivò ad Appiano, nel gennaio 2011, una striscia consecutiva di prestazioni positive. Anche ieri sera dopo la buona prestazione contro il Verona infatti, ha tirato fuori il peggio di sé, non riuscendo quasi mai a combinare niente di particolarmente positivo in fase offensiva e, come detto, combinando il pasticcio che porta alla rete dell’Atalanta.

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KOVACIC 6. Un passo avanti, decisamente, rispetto all’opaca prestazione contro il Verona. Nei primi 15 minuti tocca un buon numero di palloni, forse più di quanti ne abbia toccati in tutta la gara contro gli scaligeri, e alcune giocate sono pure piuttosto interessanti. Da un suo delizioso cross scaturisce la rete dell’illusorio vantaggio. Però, specie nella ripresa, perde troppi palloni in mezzo al campo e una volta pure nella nostra trequarti, attirandosi le ire funeste di Mazzarri. Questo è un vizio evidenziato pure nella scorsa stagione, su cui dovrà lavorare molto per non combinare qualche volta qualche pasticcio grosso.

PALACIO 6. Il “Trenza”, rispetto alle ultime prestazioni, stavolta tira il fiato, ma è più che giustificato visto che è da inizio stagione che là davanti canta e porta la croce. E poi, anche in una giornata di sostanziale scarsa vena, trova il modo di fare una cosa importante, leggasi la sponda di testa per Alvarez nell’azione del gol.

 

CARRIZO 6,5. Rileva lo sfortunato Handanovic nel secondo tempo e risponde presente nell’unica occasione clamorosa dei bergamaschi, la conclusione ravvicinata di Yepes a meno di dieci minuti dal termine.

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ICARDI 6,5. C’è poco da fare, con lui in campo al fianco di Palacio, il nostro peso offensivo è assai più elevato. Quel palo è l’ennesimo episodio sfortunato  capitatoci da inizio stagione. Peccato però sia frenato da una forma iniziale di pubalgia, altrimenti ,credo, il Mister gli concederebbe più minuti.

TAIDER S.V. Una manciata di minuti per ricompattare il centrocampo, ingiudicabile.

 

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MAZZARRI 6. Kovacic trequartista continua a non convincermi, anche se il croato, come detto, ha fatto cose migliori rispetto a sabato scorso. Ma per il resto c’è poco da addebitare al Mister, circa questo mini periodo negativo che ci ha visto esultare per la vittoria soltanto una volta nelle ultime 5 giornate. La rosa è quella che è, e pure gli infortuni iniziano ad essere troppi, se è vero che anche Icardi, che ci farebbe un gran comodo averlo pure dall’inizio, ha i suoi acciacchi.

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