Dopo una partita segnata da mediocrità, caldo e paura, il Genoa ottiene la matematica salvezza e l’Inter torna a Milano con un pareggio.
Le pagelle:
Samir Handanovic: 7. Il portiere sloveno dopo le critiche della scorsa settimana con 2 parate decisive nel primo tempo su Borriello e Bertolacci nega all’Inter la ventunesima sconfitta stagionale. DECISIVO.
Andrea Ranocchia: 6. Prima di uscire per crampi dando spazio al giovane Spendlhofer, il batrace fa una partita abbastanza ordinata senza soffrire poi troppo vista l’inconsistenza dell’avversario. STANCO.
Esteban Matias Cambiasso: 6+. Una prestazione sicuramente sufficiente per l’argentino nel ritrovato ruolo di libero. Da ultimo uomo della difesa si disimpegna bene complice anche una fase offensiva del grifone non certo irresistibile. Tiene la linea bassa per ovvi motivi di tenuta fisica ma porta a termine il suo lavoro senza affanni. PASSO LENTO.
Simone Pasa: 6. Buona la gara del giovane ’94 nerazzurro. Come tutto il reparto ha giovato di una prestazione offensiva avversaria non particolarmente impegnativa, ma ha dimostrato gamba, attenzione anche nel recuperare su errori in fase di posizione e lettura. Fa vedere di essere nato come centrocampista disimpegnandosi bene in alcune circostanze. POSITIVO.
Matias Ezequiel Schelotto: 5-. Essere duri con l’ex bergamasco è esercizio di puro sadismo. Non è colpa sua se è inadeguato. Anche oggi non dimostra nulla se non la stortura che si cela dietro il suo acquisto. ALIENO.
Zdravko Kuzmanovic: 6-. Il serbo è in ripresa soprattutto dal punto di vista fisico e di lucidità in campo. Si propone per fare gioco, cerca di muoversi in profondità per dare più alternative alla manovra, ma la squadra ha troppi problemi per poter giovare a pieno del suo lavoro. INCOMPRESO.
Mateo Kovacic: 6. Il gioiellino croato è sempre al centro dell’azione nerazzurra. Oggi non troppo in palla si rende comunque protagonista di una prestazione sufficiente sciorinando belle giocate in mezzo a tanto grigiore complessivo. Un numero maggiore di errori rispetto al solito ma tutto normale per un classe ’94. FARO.
Yuto Nagatomo: 6. Il piccolo samurai si riappropria della corsia mancina interista mostrando perché sia tanto normale preferirlo a Pereira. I suoi tempi di inserimento, il suo baricentro basso che gli permette di puntare l’uomo, il suo essere ambidestro che gli conferisce imprevedibilità sono state una risorsa per l’Inter nella prima parte di stagione, oggi si sono raramente riviste. MOTORINO.
Fredy Guarin: 5,5. Non ci siamo ancora. Il colombiano non sta bene, non gioca nella sua posizione naturale. Svaria e te lo ritrovi una volta a sinistra (da dove parte) e una volta a destra. Spalle alla porta dimostra tutta la sua difficoltà e la lentezza nei movimenti. A corto d’ossigeno. PACHIDERMICO.
Ricardo Gabriel Alvarez: 5,5. Quasi del tutto impalpabile. La Maravilla torna ai suoi standard abituali di un mese fa. Vorrebbe fare e qualche lampo di classe lo dà, ma è troppo poco. FUMOSO.
Tommaso Rocchi: 5,5. Vorrei, ma non posso. Cerca in ogni modo di rendersi utile, ci prova, è generoso, svaria, accorcia, ma non è colpa sua se facciamo così fatica a superare i 20 metri e a metterlo nelle condizioni di colpire. Gli capita una palla sporca e con una gran girata volante pizzica la traversa, il più pericoloso. ISOLATO.
Dalla panchina:
Antonio Cassano: 5. La sensazione al suo ingresso in campo era che quel poco di gioco che si era visto fin lì potesse aver fine. Così è stato. Riconoscenza per il barese e il suo apporto nella prima parte di stagione, ma è vincolante, accentratore, la rappresentazione di tutto ciò di cui una squadra che si vuole evolvere verso un calcio moderno non ha bisogno. IMBRIGLIATORE.
Lukas Spendlhofer: SV. Il Genoa ha ormai alzato le barricate quando l’austriaco entra in campo. Protagonista di uno scontro aereo con Borriello è ingiudicabile per l’assenza di fase offensiva avversaria. BENVENUTO.
Marco Benassi: SV. Anche il giovane Marco,entrato al posto di Guarin, è ingiudicabile. Si mette a fianco di Kuzmanovic con Kovacic avanzato dietro Rocchi, ma la partita è ormai finita, tutti hanno ottenuto ciò che vogliono e le due squadre si trascinano fino al fischio finale e all’urlo liberatorio di Marassi. DILIGENTE.
Andrea Stramaccioni: 5,5. In una partita strana in cui la componente psicologica e di motivazioni la fa da padrona mette in campo una squadra caricata il giusto per non dare partita vinta a un Genoa col passare dei minuti sempre più impaurito. Teniamo il pallino del gioco anche favoriti dall’atteggiamento volutamente prudente di Ballardini che la prepara in un certo modo. Non riusciamo infatti a trovare troppo spazio sulla trequarti, ma quando riusciamo a trovare spazio con qualche bella combinazione ci manca sempre il tiro o l’ultimo passaggio. Nel primo tempo rischiamo di andar sotto su un solito cross dalla corsia laterale e da un cratere centrale che nessuno va a chiudere. Si soffrono sempre le stesse situazioni e il giro palla, sebbene migliorato, rimane sempre sterile figlio di scelte, situazioni e colpe già note e ampiamente dibattute. Oggi fa quel che può col materiale a sua disposizione, va giudicato per altre partite e per altre situazioni. INERME.
Genoa: Frey SV, Grandqvist 6,5, Portanova 6+, Manfredini 6, Antonelli 6,5, Rigoni 6, Matuzalem 5, Vargas 5, Bertolacci 6+, Floro Flores 6+, Borriello 6+; Dalla panchina: Immobile SV, Kucka 6, Moretti SV;
Ballardini 6.