Ricordi…parmensi

 

Innanzitutto la cabala: Anche Inter-Parma di due stagioni fa, giocata alla 14° giornata, fu l’anticipo domenicale dell’ora di pranzo, e si risolse in goleada: un 5-2 che rilanciò momentaneamente le ambizioni nerazzurre dopo qualche passaggio a vuoto di troppo, passaggi a vuoto che  iniziarono a far scricchiolare la panchina di Rafa Benitez,  chiamato nell’ingrato compito di non far rimpiangere Sua Maestà Josè Mourinho, ma che fallì miseramente nell’impresa anche(e soprattutto?) a causa della società che, prima volta nella storia della proprietà  Massimo Moratti, non fece di fatto mercato nella sessione estiva della campagna acquisti, sempre che l’arrivo a costo zero del vice Julio Cesar  Castellazzi e  di due giocatori talentuosi ma acerbi come Biabiany e Coutinho, si possa considerare una campagna acquisti degna di nota. Fu la giornata di Dejan Stankovic, autore di una tripletta mentre le altre marcature nerazzurre portarono le firme di Cambiasso e Thiago Motta. Entrambi dell’ex Crespo invece le reti emiliane.

Ma ora partiamo dalle origini di questa sfida, partita “giovane” in Serie A dal momento che il Parma si è affacciato per la prima volta alla massima serie nel 1990. Era un Parma danaroso e ambizioso come il suo controverso Patron, Callisto Tanzi, grazie al quale la società ducale per circa un decennio è stata di fatto un “Top Club” al pari nostro, delle due strisciate sbagliate e delle due romane. Il primo Inter-Parma in assoluto, giocato a San Siro in Serie A,  è andato in scena l’11 novembre 1990: un uno-due nel giro di due minuti (35 e 37) a firma di Serena e Matthaus (su rigore) misero ko gli emiliani ai quali non bastò la rete in “zona Cesarini” dell’astro nascente Melli per rimontare. Ma non saranno sempre rose e fiori in questa sfida…

Nella stagione successiva infatti, quella disastrata della gestione di Corrado Orrico prima e Luisito Suarez poi, arrivò uno scialbo 0-0, uno dei tanti di quel campionato, risultato che, arrivato a non molte giornate dal termine, non contribuì certo a rafforzare la classifica nerazzurra nella rincorsa ad un posto Uefa, obbiettivo che infatti a fine stagione venne fallito.

Nel 1992-93 si torna a vincere, un altro 2-1, esaltante e in rimonta contro una squadra che nel frattempo era già diventata una realtà del calcio italiano: la stagione precedente infatti si impose in Coppa Italia e a fine stagione arrivò addirittura il primo trionfo europeo: la Coppa delle Coppe. Dopo il vantaggio ducale ancora con Melli, nella ripresa ci pensarono due idoli della Nord come Ruben Sosa e Berti a sovvertire il risultato. Era L’Inter  di Osvaldo Bagnoli che a fine stagione raggiungerà un brillante secondo posto.

Stagione 1993-94, la sfida di San Siro col Parma fu in qualche modo “storica” per noi: fu la prima vittoria in “Pay-tv”. In quella stagione infatti si assistette ad una vera rivoluzione: La Tv a pagamento “Tele+” avrebbe trasmesso tutti i posticipi serali, alla domenica sera, delle partite di campionato: Il suo debutto l’Inter lo aveva fatto il 17 ottobre 1993, contro il Torino, ma il risultato fu di 0-0. Invece il 31 ottobre, di fronte ai gialloblù, arrivò il successo, un sofferto 3-2 ma meritato ed importante, che rilanciò (solo momentaneamente) le quotazioni tricolori dei nerazzurri dopo un inizio alquanto incerto. Mattatore assoluto Ruben Sosa con una strepitosa tripletta, due gol dei quali segnati con la sua specialità: il calcio di punizione. Gli emiliani si erano illusi con l’iniziale vantaggio a firma di Grun. Di un altro difensore, Minotti il gol che accorciò le distanze nel finale.

La stagione successiva insipido 1-1: Ancora Sosa, autentica bestia nera per il Parma, siglò l’illusorio vantaggio interista. Di un personaggio assai amato(si fa per dire) dal popolo nerazzurro il punto del pareggio parmense: Marco Branca.

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Saltiamo adesso direttamente alla stagione 1996-97. Eravamo ancora nella fase embrionale del campionato e l’ambiziosa Inter chiedeva strada ad un Parma anch’essa partita con obbiettivi assai importanti. Fu la partita che segnò il battesimo del gol in nerazzurro per un giocatore destinato a diventare un idolo della Curva Nord: Ivan Zamorano. Ne segnò addirittura due, dando un contributo decisivo alla conquista di una vittoria importante: 3-1 il risultato finale. Di un certo Javier Zanetti l’altra rete interista mentre il Parma segnò con  Hernan Crespo, giocatore che, senza la nostra maglia indosso, non si è mai vergognato a “purgarci”.

1997-98: ecco una delle tante partite di quella stagione che ci hanno fatto gridare, orgogliosi e gaudenti,  di avere in squadra il miglior giocatore del mondo del momento: Luis Nazario Da Lima Ronaldo:  “Il Fenomeno” con una punizione perfetta segnò il gol col quale battemmo gli emiliani e per tutta la partita deliziò il popolo nerazzurro, allo stadio e a casa, con giocate da orgasmo.

La stagione successiva, quella tormentata dei quattro allenatori(Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson),  segnò la prima e finora unica sconfitta in campionato contro i ducali: un inequivocabile 1-3 che allontanò quasi definitivamente i nerazzurri dalla possibilità di raggiungere una posizione utile alla conquista diretta di un posto Uefa.  Conquista che invece passò attraverso un doppio spareggio con il Bologna, conquista che, con una doppia sconfitta, fallì miseramente. Ancora Ronaldo ci illuse con un gran gol nel primo tempo, ma nella ripresa venimmo seppelliti sotto i colpi di Stanic, Asprilla e Fuser.

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Nel 1999-00, quella della rinascita rimasta sostanzialmente incompiuta, rinascita affidata a quella gran personcina che risponde al nome di Marcello Lippi, la partita col Parma, in calendario alla terza giornata, fu quella che illuse fortemente il popolo nerazzurro che quella stagione sarebbe stata quella dello scudetto. Arrivò infatti un nettissimo successo, un 5-1 che non ammise repliche. Era l’Inter di Vieri e Ronaldo, di un allenatore che dopo i successi bianconeri(si scoprirà in seguito quanto fossero… stupefacenti quei successi) aveva di certo fascino e credibilità. Quel successo fece albergare in tutti noi cuori nerazzurri la certezza, più che la speranza, che a fine stagione avremmo raccolto qualcosa di importante. Non fu così, Ronaldo si infortunò varie volte, fino a quell’ infortunio drammatico sul prato dell’Olimpico nella finale di andata di Coppa Italia contro la Lazio e anche Bobo Vieri(altra bella personcina, ma quante serpi in seno ha covato Moratti in tutti questi anni?) fu fermato da vari acciacchi. A fine stagione ci dovemmo accontentare di un quarto posto, utile per la partecipazione alla Champions, conquistato dopo lo spareggio di Verona, proprio contro il Parma, con Roby Baggio protagonista. Le reti nerazzurre di quel  5-1 portarono la firma di Zamorano(doppietta), Vieri(splendida la sua segnatura, un gran tiro a girare dal limite dell’area che si insaccò sotto l’incrocio dei pali), Moriero e un autogol di Thuram. Ancora Crespo siglò l’unica marcatura parmense.

Passiamo alla sfida del 2001-02, quella del primo Hector Cuper, quella nella quale, tanti episodi arbitrali pro-Juve (tanto per cambiare) fecero indirizzare lo scudetto alla fine sulla sponda sbagliata di Torino, anche se il 5 maggio 2002, il match-point tricolore lo avevamo in mano noi. Ma non rivanghiamo certi dolori! La partita col Parma, che nel frattempo aveva iniziato la sua parabola discendente di pari passo ai guai giudiziari di Patron Tanzi, cadde alla seconda giornata di ritorno: 2-0 netto ed indiscutibile, grazie ad un autogol di Sensini e al sigillo di Vieri.

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Stagione 2003-04: eravamo a due giornate dalla fine del campionato, Inter-Parma è un autentico spareggio Champions: emiliani quarti con due punti di vantaggio sui nerazzurri di Zaccheroni, che nel corso della stagione aveva rilevato Cuper dopo l’incerto avvio di campionato. I nostri quindi cercavano i 3 punti necessari a compiere il sorpasso. Tre punti che in effetti arrivarono, grazie ad una grande punizione di Adriano, proprio lui, l’ex di turno, che aveva iniziato la stagione proprio con la casacca del Parma. Ad Empoli, sette giorni più tardi con un sofferto 3-2 i nerazzurri difesero poi il quarto posto.

La stagione successiva arrivò un pirotecnico 2-2: emiliani sempre avanti con Gilardino e Marchionni, riacciuffati due volte da Obafemi Martins.

Stagione successiva, 2005-06, quella che ci vide tornare a vincere lo scudetto,sia pure a tavolino, in una calda giornata di luglio, decisione maturata dopo la venuta alla luce del più grande scandalo che il calcio italiano abbia mai visto, la cosiddetta “Calciopoli”. I nostri detrattori, specie ovviamente gli juventini, amano definire quello scudetto “di cartone” con un’ironia che non ha mai toccato il vero interista, quello fiero di quello scudetto, perché definì in modo netto ed inequivocabile chi in quegli anni giocò pulito e solo “sul campo”e chi invece giocava sporco da oscure e segrete stanze quanto con telefoni con famigerate “Sim” svizzere. Di cartone casomai furono gli scudetti e tutti i successi ottenuti dai bianconeri sotto la direzione di quell’uomo dall’indubbia moralità che risponde al nome di Luciano Moggi. La partita col Parma inaugurò una serie positiva che ci vide vincere 11 delle successive 12 partite. Vincemmo 2-0 sbloccando il risultato a venti minuti dalla fine grazie alle reti di Luis Figo e di Cambiasso.

La stagione successiva un altro 2-0, una vittoria che ci avvicinò ulteriormente alla conquista matematica del quindicesimo scudetto, quello dei record. Fu la prima rete in nerazzurro del talentuoso esterno mancino brasiliano Maxwell, giocatore che, col senno di poi, fu ceduto troppo frettolosamente. L’altra rete fu siglata da Hernan Crespo, finalmente a segno con la maglia giusta!

Nel 2007-08 l’emozionantissimo 3-2 che probabilmente abbiamo ancora tutti ben impresso in mente. In vantaggio alla mezz’ora con Cambiasso, la partita poi prese una piega inaspettata: Cigarini e Gasbarroni  ribaltarono il risultato e l’1-2 resistette fino al minuto 88 quando si scatenò Zlatan Ibrahimovic. Prima trasformò un calcio di rigore contestato dagli emiliani e poi nel recupero sotto misura, in mischia realizzò il gol di una vittoria divenuta ormai insperata.

Al termine di quella stagione il Parma retrocederà e le due squadre si incroceranno  di nuovo a San Siro  nel settembre 2009, all’alba della stagione leggendaria che ci porteremo sempre nel cuore: partita ostica, fiera opposizione di un Parma che per forza di cose non può più essere quello dei favolosi, per loro, anni 90. Fu la partita che vide segnare il primo gol su azione dai due fuoriclasse dell’attacco nerazzurro: Eto’o e Milito che avevano già messo a segno la loro prima rete in nerazzurro nelle prime due giornate, ma su calcio di rigore.

Infine la partita della stagione scorsa, quello splendido 5-0 che aveva rimesso in carreggiata la compagine di Ranieri  dopo un avvio di campionato, sotto la direzione di Gasperini, da brividi: reti di Milito(2), Thiago Motta, Pazzini e primo sigillo in nerazzurro(e unico) della giovane promessa Faraoni. Quella vittoria fu una delle sette consecutive che sembrava aver rimesso anche l’Inter in lotta per lo scudetto. Come sappiamo poi le cose non sono andate esattamente come avremmo desiderato.

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