Scheda tecnica: Mazzarri, la sua storia, le sue idee

 

Nel precedente articolo avevamo analizzato brevemente la carriera di Walter Mazzarri, adesso ci proponiamo di scendere più nel dettaglio provando ad analizzare i credi tattici, i punti fermi e l’elasticità del nuovo tecnico dell’Inter fornendo degli utili esempi ricavati dall’analisi delle sue precedenti stagioni nella massima serie.

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Reggina 2005-2006 (secondo anno di Mazzarri):
La difesa a 3 è una costante delle sue squadre e la sua esperienza a Reggio Calabria lo certifica.
Il suo secondo anno nello stretto lo disputa con Pelizzoli tra i pali, Franceschini, De Rosa e A. Lucarelli nei 3 di difesa, con Lanzaro che giocherà comunque molte gare. E’ evidente come Mazzarri preferisca sempre un mancino come terzo centrale di sinistra (A. Lucarelli), mentre si può notare come abbia dovuto far fronte all’indisponibilità di Lanzaro (destro) inserendo Franceschini (mancino). Nel corso di questa stagione il mister toscano sarà costretto dall’infortunio di Amoruso ad abbandonare il suo solito schieramento a 3 dietro per proporre un inedito 4-4-2 sbilenco con la linea difensiva composta da 4 centrali puri, utilizzando davanti 2 trequartisti (Vigiani e Cozza) per non dare punti di riferimento alle retroguardie avversarie.

Reggina 2006-2007 (terzo anno):
E’ nel corso di questa stagione che Mazzarri dà il meglio di sé compiendo un miracolo sportivo che rimarrà imperituro nella storia del club calabrese. Costretto a partire da una penalizzazione di 15 punti successivamente ridotta a 11, il tecnico ammetterà davanti ai cronisti di dover giocare in maniera più spregiudicata, più a viso aperto cercando di ottenere sempre il massimo. Questa risposta trova la sua conferma nel modulo adottato, un 3-4-1-2 alternato con un 3-4-2-1 che garantirà la salvezza agli amaranto.
La società calabrese non lo aiuta molto nel mercato, Cozza, il capitano di mille battaglie, lascia lo stretto e nella zona nevralgica del campo gli unici arrivi sono un giovanissimo Gazzi e due centrocampisti provenienti dalla serie cadetta, Tognozzi dal Pescara e Amerini dal Modena. Mesto a destra e Modesto a sinistra fungono da fluidificanti.
Mazzarri non dispera ma ottiene il massimo da tutti i suoi uomini.
Nella prima parte di stagione Amerini, Giacomo Tedesco e a volte Tognozzi compongono la linea mediana con l’honduregno Leon alle spalle della coppia Amoruso-Bianchi (2 prime punte pesanti).
Dopo la partenza invernale del centroamericano direzione Genoa, il suo posto viene preso da Luca Vigiani (avuto già a Livorno e ora membro del suo staff) e Pasquale Foggia in prestito dalla Lazio. Nonostante l’ex biancoceleste sia un ala, Mazzarri lo ricicla da trequartista atipico affiancandolo a Vigiani, dietro una prima punta.
L’ex livornese (Vigiani), viene a volte riciclato sulla destra al posto di Mesto, ma è l’apporto realizzativo delle punte a impressionare e a trascinare la squadra alla salvezza. Bianchi e Amoruso realizzano 35 goal in 2, mentre Foggia in metà stagione timbrerà 4 volte il cartellino issandosi al terzo posto dei marcatori stagionali della squadra di Foti.
Avendo ottenuto il massimo possibile, Mazzarri decide di lasciare la Calabria e andare a Genova sponda Samp.

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Sampdoria (2007-2008):
Arrivato alla Sampdoria con una squadra costruita per il 4-4-2 (allenatore precedente Novellino), Mazzarri utilizza il materiale umano a sua disposizione cambiando il ruolo di alcuni interpreti senza far calare il livello delle loro prestazioni, in alcuni casi addirittura valorizzando l’atleta.
Trasforma Pieri da esterno basso in fluidicante, così come Ziegler. Maggio, che aveva giocato da esterno alto viene usato come fluidificante di destra. Daniele Franceschini da esterno alto viene convertito in interno di sinistra. Campagnaro, Gastaldello, Lucchini, Accardi sono i 4 difensori che il tecnico utilizza di più, cercando di non rinunciare mai ad avere un mancino come terzo centrale di sinistra (Accardi). A centrocampo utilizza Palombo come vertice basso. Volpi (pupillo di Novellino) viene utilizzato con parsimonia partendo spesso dalla panchina e subentrando a partita in corso con lo scopo di congelare e gestire il pallone. Questo porterà il giocatore a lasciare Genova l’anno dopo e testimonia quanto le squadre di Mazzarri non facciano particolare utilizzo di registi puri. Al fianco di Palombo, Sammarco gioca da interno destro con licenza di inserimento (5 goal), mentre, come detto, Franceschini occupa la parte mancina. Bellucci e Cassano compongono la coppia offensiva, 2 punte diverse dalla coppia Amoruso-Bianchi di Reggio Calabria. E anche il modo di proporre gioco differisce. La Samp si appoggia spesso su Fantantonio che si allarga come di consueto sulla sinistra per stringere centralmente, con Pieri che si propone sulla fascia e Bellucci a non dare punti di riferimento alle difese avversarie e a cercare gli inserimenti lunghi. La fantastica stagione di Cassano esalta i movimenti a chiudere sul secondo palo di Maggio, che giova più di tutti della “cura” Mazzarri, siglando ben 10 goal in campionato, tanti quanti il genio di Bari Vecchia.
Nel corso del girone di ritorno la squalifica comminata a Cassano per le intemperanze nel corso di Sampdoria-Torino e il contemporaneo infortunio di Bellucci, costringeranno il tecnico toscano a impiegare Bonazzoli da prima punta (un centravanti di peso) supportato da Gennaro Delvecchio.
In quelle partite giocate senza il barese, la Samp otterrà 13 punti in 5 gare, vincendo anche a Milano contro i rossoneri.
I blucerchiati chiuderanno sesti la stagione con la qualificazione in Coppa UEFA.

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Sampdoria 2008-2009:
La seconda stagione a Genova parte male. La partenza di Maggio destinazione Napoli e un attacco spuntato, consegnano a Mazzarri una squadra sicuramente indebolita rispetto alla stagione precedente. Dal primo febbraio le cose cambiano totalmente. Con l’arrivo di Giampaolo Pazzini dalla Fiorentina il tecnico trova il partner perfetto per Cassano. In metà campionato l’attaccante toscano siglerà 12 goal trascinando la Samp fuori dalle sabbie mobili della classifica e in finale di Coppa Italia contro la Lazio. La sconfitta ai rigori segnerà la fine dell’avventura di Mazzarri in Liguria, col tecnico che rinuncerà a un altro anno di contratto.

Per la prima volta da molti anni Mazzarri si ritrova senza una panchina al debutto della nuova stagione.

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Napoli 2009-2010:
Dopo 7 giornate e altrettanti punti, Mazzarri viene chiamato da De Laurentiis a sostituire Donadoni.
Al suo arrivo sicuramente usufruisce di una squadra costruita per una difesa a 3 (sia Reja che Donadoni utilizzano questo schieramento), ma apporta dei considerevoli cambiamenti.
Cigarini (richiesto da Donadoni), da buon regista, viene messo da parte. Pazienza e Gargano fanno da schermo davanti la difesa con Hamsik 15 metri più avanti con licenza di inserimento. Dietro ritrova Campagnaro e Aronica e li mette a fianco di Cannavaro, regista arretrato degli azzurri.
Maggio a destra, Datolo e Rullo a sinistra (Dossena arriverà a gennaio). Davanti Lavezzi e Quagliarella, l’ennesimo attacco con caratteristiche diverse. Proprio queste differenze porteranno il tecnico di San Vincenzo a cambiare il suo modo di affrontare la gara, adesso più che mai votato a sfruttare gli spazi e la profondità, facendo affidamento sulla dinamicità dei suoi uomini.

Napoli 2010-2011:
In questa stagione, chiusa al terzo posto dietro le 2 milanesi con annessa qualificazione alla UEFA Champions League, non vede grandi modifiche all’atteggiamento azzurro. La vera differenza la fa un giocatore, Edinson Cavani. Mazzarri lo propone da prima punta e dimostra di vederci lungo, l’uruguaiano si dimostra devastante con 26 goal in 35 partite.

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Napoli 2011-2012:
Col ritorno nella massima manifestazione europea per club, il Napoli inizia a cambiare qualcosa, a inserire più giocatori di qualità. In quest’ottica si può inquadrare l’arrivo di un giocatore come Inler e il tentativo di cercare qualcosa di diverso dalla ripartenza e dalla ricerca ossessiva della profondità. Al contrario un maggiore controllo del pallone.
I risultati in Champions saranno esaltanti. Una rosa troppo corta e un dispendio di energie per il doppio impegno farà perdere punti in campionato ai partenopei che non centreranno, per 3 punti, la qualificazione in Champions per il secondo anno consecutivo.

Napoli 2012-2013:
Nella stagione appena trascorsa possiamo notare diverse novità:
Zuniga viene impiegato costantemente da fluidificante sinistro. E’ la prima volta che un destro viene indirizzato a sinistra. Il colombiano interpreta il ruolo in modo innovativo, partecipando alla manovra e venendo molto dentro il campo.
Una rosa più ampia per poter affrontare la UEFA Europa League senza appesantire troppo le gambe dei titolarissimi e cercare il ritorno in UEFA Champions League.
Partito Lavezzi destinazione PSG, una maggiore responsabilità per Pandev e Hamsik. Lo slovacco chiuderà la stagione con numeri importanti sia a livello realizzativo (11 goal) che assist decisivi (14).
Behrami al posto di Gargano, un metodista con maggior velocità, forza fisica, più forte sulle seconde palle al posto di un giocatore dinamico ma meno posizionale dello svizzero.
Nel finale di stagione deciderà di fare a meno di Inler (forse la vera sconfitta di Mazzarri) inserendo Dzemaili da interno. Lo svizzero ex Parma sarà protagonista in positivo. Chiude secondo col miglior attacco del torneo e la seconda miglior difesa.

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Di fronte quanto analizzato, come sarà l’Inter di Mazzarri?
Non si prescinderà dalla difesa a 3. Campagnaro è un uomo di Mazzarri. Andreolli era richiesto dal mister già al Napoli. Le voci su Diakité non stupiscono. L’ex Lazio è un difensore che piace al tecnico toscano e un suo arrivo chiuderebbe qualsiasi operazione in entrata per quanto riguarda i centrali. Sicuramente ci vorrà un acquisto sull’esterno. Il ruolo dei fluidificanti è fondamentale nelle squadre del mister e se a sinistra possiamo utilizzare i giocatori già in rosa (Nagatomo e Pereira) a destra siamo completamente sprovvisti. Zuniga è più di un opzione (contratto in scadenza nel 2014). Basta è una voce che ritorna a distanza di un anno.
Per i centrocampisti attualmente in rosa sembra quasi “obbligatorio” utilizzare un 3-5-2.
Guarin specialmente è inadatto a giocare in una linea a 2 e lo stesso Kovacic avrebbe bisogno di essere affiancato da un giocatore con determinate caratteristiche di copertura.
Nel caso dell’impiego di una linea a 5, sarà interessante vedere quale sarà il profilo scelto da Mazzarri. Un mediano posizionale recupera palloni alla Fernando o un giocatore dinamico che abbini quantità a discreta qualità alla Nainggolan? Guarin giocherà in linea o giocherà più avanti?
La composizione della nostra linea mediana condizionerà sia le nostre scelte dietro che quelle in avanti. Per adesso l’unico punto fermo è rappresentato da Rodrigo Palacio.
Icardi è un giovane su cui s’è fatto un investimento importante ma rimane un’incognita. Un’altra incognita è Diego Milito, e anche la posizione di Cassano sarà da chiarire e determinerà lo sviluppo del nostro gioco. Infine Botta e Alvarez. Se il primo è poco conosciuto e reduce dal grave infortunio patito in Argentina, il secondo è un ibrido, un incompiuto e non si riesce ben a capire dove e come possa essere impiegato dal tecnico. Sicuramente molte dovranno essere le partenze per sfoltire una rosa che dovrà affrontare, dopo tanti anni, un solo impegno settimanale.

Per i risultati ottenuti in condizioni spesso difficili e con budget risicati, Mazzarri si propone come il tecnico più adatto in questo contesto storico dove il raggiungimento dell’agognato terzo posto costituisce obiettivo imprescindibile e vitale per dare ossigeno alle nostre casse. Accusato di integralismi alla Gasperini ha mostrato di avere un modulo base ma di saperlo adattare e plasmare sulle caratteristiche degli uomini a sua disposizione. Ha sempre ottenuto il massimo dalle sue squadre ottenendo prestazioni ben al di là delle più rosee aspettative. Basandosi su una fase difensiva ermetica e su una preparazione fisica adeguata, Mazzarri ha costruito tutti i suoi successi, che non si poggiano esclusivamente sui trofei (una Coppa Italia), ma sugli obiettivi raggiunti.

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Benvenuto mister Mazzarri, nella speranza che tu possa ripetere quanto di positivo fatto fin qui anche nella disastrata e moribonda Inter attuale, bisognosa di cure più che mai.

Si ringrazia per la stesura di questo articolo il fondamentale e prezioso contributo di Mario Milana.

About Francesco Lo Fria

Nato a Palermo nel 1990, inizia fin da piccolo a seguire il calcio, nazionale e internazionale. Credente dell'Inter e tifoso/simpatizzante di molte squadre a livello mondiale viene affascinato fin da subito dalla preparazione tecnico-tattica delle partite e tutto ciò che sta al di là dei 90 minuti. Inizia, quindi, a studiare e documentarsi, ampliando le sue conoscenze calcistiche. Specializzato in particolar modo sulla fase offensiva e grande conoscitore di giocatori e giovani promesse, comincia a scrivere su qualche blog, sempre in ambiti ristretti, con qualche breve apparizione su blog più importanti. Il suo sogno è quello di poter condividere le sue capacità e conoscenze e poter parlare di questo fantastico sport che è il calcio, tanto meglio se di Inter nel tentativo di potersi ritagliare uno spazio e un lavoro.