Tutti a Cluj

 

Dura, durissima parlare di calcio per un interista dopo gli avvenimenti dell’ultima settimana calcistica. Le nostre notti sono state tormentate dalle lacrime di Milito e dall’insaziabile fame di gol dei due talenti balcanici di Firenze. I nostri giorni sono stati animati dalle conseguenti (ma mai sopite) discussioni circa la validità del progetto nerazzurro e la bontà delle varie  scelte societarie.

Già. Ci sarebbe bisogno di una vacanza, piccola ma intensa quanto basta per staccare la spina. La meta deve essere originale, una di quelle ispirate da un film visto da poco, o dal romanzo a cui ci aggrappiamo nelle notti insonni che la nostra Inter,un pò troppo spesso, ultmamente ci riserva.

Toh! La risposta ce l’ho qui sul comodino! Ed è Bram Stoker con le sue lettere ed il suo stile gotico a suggerirmela. Ho deciso. Voglio visitare un luogo che nell’accezione comune rispecchi lo stato d’animo attuale mio e della mia squadra. Voglio volare in Transilvania. Voglio visitare la patria del conte Dracula. Voglio esorcizzare le mie paure.

 

Una delle intepretazioni cinematografiche più riuscite del capolavoro di Stoker

Una delle intepretazioni cinematografiche più riuscite del capolavoro di Stoker

 

La destinazione sarà la Vecchia capitale della Transilvania: Cluj-Napoca, antica città racchiusa (come suggerisce la derivazione del nome dal latino Clus, cioè chiuso)  tra diverse colline verdeggianti. Attualmente, si tratta del terzo centro più popoloso della Romania, capoluogo dell’omonimo distretto di Cluj e capitale della regione economica di nord-ovest. Cluj è stata in passato popolata da ungheresi, ed ha per questo conservato una forte identità magiara, testimoniata dalla chiesa cattolica di San Michele, e dal Teatro “Lucian Blaga”, la più importante istituzione teatrale in Transilvania.

 

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Il Teatro “Lucian Blaga” di Cluj.

 

Al di là di quello che si può pensare, Cluj è una città universitaria molto aperta e conviviale, in cui da sempre si mescolano lingue,  culture e religioni differenti: oltre a quelle ungheresi, già citate, la città ha subito nel tempo anche influenze sassoni, ebreee, rumene, armene e slave. Sono molto diffuse, soprattutto tra i giovani del posto, la lingua ungherese (Kolozsvár è il nome ungherese della città) e quella tedesca (Klaus l’ipotetica denominazione tedesca).

Bene bene! Gente conviviale, accogliente e dalla mentalità aperta. Piano piano sto esorcizzando le mie paure iniziali ed il  mio stato d’animo  volge lentamente dal nero verso l’azzurro.

Per completare la catarsi devo raggiungere assolutamente la meta principale del mio viaggio; un luogo temibile e insidioso, pregno di sinistri presagi e custode di antiche minacce. Devo raggiungerlo, benchè il mio stato d’animo attuale mi suggerisca ben altro. Devo raggiungerlo, per guardare in faccia le mie paure, affrontarle, e volgere completamente dal nero all’azzurro. Devo raggiungere il Castello di Dracula? No, devo raggiungere lo Stadio Dr. Consantin Radulescu!

 

Lo stadio del Cluj, 23.500 posti a sedere.

Lo stadio del Cluj, 23.500 posti a sedere.

 

Davvero pensavate che avrei staccato la spina dalla mia Amata?

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